domenica 27 marzo 2011

Foto della manifestazione contro il nucleare. Foto di Alberto Cicchini









Manifestazione di Venerdi San Benedetto del Tronto

SAN BENEDETTO – Oltre un centinaio di persone hanno gridato il loro “no al nucleare” alla manifestazione cittadina di questo pomeriggio (25 marzo) promossa dai Verdi regionali contro il ritorno del nucleare in Italia. Alla testa del corteo un manifestante d’eccezione, quale Angelo Bonelli, presidente nazionale il “Sole che ride”, che assieme all’assessore comunale all’Ambiente Paolo Canducci ha guidato il serpentone di gente dalla fontana di Nespolo in viale Moretti, fino a viale De Gasperi per raggiungere poi la piazza del municipio.


Un gruppo variegato, dove si sono visti anche operai del settore delle rinnovabili, preoccupati per il loro futuro lavorativo, ma anche bambini accompagnati dai genitori angosciati per il futuro dei propri figli, che un domani rischiano di ritrovarsi con una centrale nucleare al posto della Riserva Naturale Sentina, almeno dai primi report non ufficiali pubblicati finora dove si ipotizza la mappa dei siti atomici.


I partecipanti si sono trasferiti poi fuori dall’auditorium comunale dove si è svolto un dibattito sui temi del referendum del 12 e 13 giugno con cui gli italiani saranno chiamati a dire sì o no alla realizzazione di nuove centrali per la produzione di energia nucleare.


E anche se l’allarme per il disastro giapponese ha portato il governo a decidere uno stop di 24 mesi prima di prendere decisioni sul programma nucleare italiano, Angelo Bonelli ha detto chiaro e tondo alla platea intervenuta: «l’Esecutivo con questa mossa vuole solo tergiversare e sabotare la consultazione referendaria e poi tornare a proporre le centrali».

A manifestare contro un ritorno all’atomo c’erano, tra gli altri, il sindaco uscente Giovanni Gaspari e il suo sfidante alle primarie di domenica Luca Spadoni, il capogruppo dei Verdi in Consiglio comunale Andrea Marinucci, l’ex assessore regionale Gianluca Carrabs e Roberto Capriotti del coordinamento cittadino del partito pro ambiente.

mercoledì 23 marzo 2011

Venerdì 26 manifestazione a S. Benedetto del Tronto. Parteciperà il Presidente Nazionale Angelo Bonelli


NUCLEARE GIAPPONE: CARRABS (VERDI), “DAL TERREMOTO CI SI PUO’ DIFENDERE DALLE FUGHE RADIOATTIVE NO”

Presentata la Mozione all'Assemblea Legislativa delle Marche, sarà discussa la settimana prossima.
Venerdì 26 manifestazione a S. Benedetto del Tronto. Parteciperà il Presidente Nazionale Angelo Bonelli
ANCONA, 22/03/2011 – “Quello che sta accadendo in Giappone, ed in particolare nella centrale di Fukushima, deve indurre a fermare il programma nucleare italiano perché dopo questi gravissimi incidenti è ormai evidente che la sicurezza degli impianti nucleari non esiste”; lo dichiara Gianluca Carrabs dei Verdi aggiungendo che “la posizione del Pdl sul nucleare è la posizione di chi non ha a cuore la vita e l'Italia, ma è esclusivamente interessata alle speculazioni economiche”. Difatti l’Italia e in particolare le Marche sono zone sismiche dove, dopo questa catastrofe giapponese, è ancora più chiaro che la scelta del nucleare porterebbe i cittadini a vivere in contatto costante con il pericolo. Il territorio del Giappone è simile a quello italiano, non solo per le loro superfici: 301 mila kmq l’Italia e 377 mila il Giappone, ma anche e soprattutto per il fatto che entrambi sorgono su due faglie sismiche molto attive. In Italia i terremoti sono frequenti e potenti, basti ricordare: Messina e Reggio Calabria magnitudo 7,4 del 28 dicembre 1908; Avezzano e Marsica, magnitudo 7,0 del 13 gennaio 1915; Irpinia e Basilicata, magnitudo 6,9 del 23 novembre 1980; Marche e Umbria magnitudo 5.8 del 29 settembre 1997; ultimo l’Aquila magnitudo 5,9 del 6 aprile 2009.
“Esprimiamo la più grande solidarietà al popolo giapponese a cui siamo molto vicini e le esplosioni nella centrale di Fukushima ci riportano indietro nel tempo al disastro di Chernobyl - conclude Carrabs - Si può e si deve vivere senza nucleare: i danni delle fughe radioattive e degli incidenti nucleari compromettono la vita per sempre in quanto i loro effetti devastanti si protraggono per migliaia di anni. I Verdi, che hanno a cuore la vita si mobiliteranno per fermare la follia nucleare che il governo vuole riportare in Italia”.
“E’ inaccettabile che le Regioni debbano accollarsi una centrale nucleare sul loro territorio senza potersi esprimere in merito, solo perché lo impone un piano nazionale del Governo che risponde a mere logiche affaristiche. La Regione Marche ha detto no al nucleare e lo ripeterà in ogni sede istituzionale preposta – dichiara Paolo Canducci (assessore all'ambiente al Comune di S. Benedetto del Tr.) – il piano energetico ambientale regionale (PEAR) è in netto contrasto con la produzione energetica da nucleare; bisogna puntare al risparmio energetico, alle fonti rinnovabili e alla cogenerazione, perché l’energia dell’atomo non è economica né pulita. La scelta del nucleare, oltre a non essere sicura è pericolosa per i cittadini e non dà autonomia energetica. Infatti i 55 reattori giapponesi, dislocati in soli 18 siti a causa della conformazione della nazione hanno prodotto nel 2009 solo il 29% dell’energia elettrica del Paese, cosa che non lo ha messo al riparo dalle dipendenze dei fossili, poiché il Giappone è dipendente dal petrolio che consuma (2008) per una quantità di 5,3 milioni di barili a l giorno, mentre l’Italia ne consuma (2008) 1,7 milioni di barili al giorno. Il totale mondiale è di 88 milioni di barili al giorno. Per questo venerdì prossimo dalle ore 18 partendo dal centro di San Benedetto del Tronto abbiamo organizzato una manifestazione contro il nucleare e a favore delle energie rinnovabili, ed in corteo arriveremo fino alla Piazza del Comune con operai e imprenditori del settore per far sentire le nostra voce”.
“Il governo – dichiara Lorenzo Tempesta (vicesindaco Urbino) – ha chiesto una pausa di riflessione sul nucleare solo per tergiversare, sabotare la consultazione referendaria e poi tornare a proporre le centrali. È necessaria, per questo motivo, una fortissima mobilitazione a favore del referendum in modo che venga sbarrata qualunque strada per il ritorno dell'Italia al nucleare; la nostra mozione è in linea con questo principio. E' necessario che per i referendum ci sia la più ampia e trasversale partecipazione possibile perché attraverso i referendum sul nucleare, sull'acqua pubblica e sul legittimo impedimento si può correggere la scala dei valori di un Parlamento che ormai non legifera più in nome del popolo italiano". E in questo quadro sono una necessità assoluta le dimissioni del Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo e del Presidente dell'Autorità per la "sicurezza" nucleare Umberto Veronesi che hanno dimostrato di essere smaccatamente filonucleari, per poi fare una parziale marcia indietro strumentale che servirà a reintrodurre il nucleare tra qualche mese, sperando magari, che venga a mancare il quorum.
Conclude gli interventi Marcello Mariani (assessore all'ambiente provincia Ancona): “E' bene che il ministro Romani receda dalla volontà del taglio degli incentivi alle rinnovabili, incentivi oggi di poco conto rispetto ai costi del decommissioning del vecchio nucleare che ancora pesano per 300 milioni all'anno sulle bollette energetiche dei cittadini e dei 40 miliardi di euro concessi ai petrolieri con il vecchio CIP6 per equiparare gli scarti di raffineria alle fonti rinnovabili. L'avventura nucleare italiana è inutile. Il nostro paese già oggi è in ridondanza produttiva di energia, quindi più rinnovabili, più green economy, più occupazione, più salute. Questo senza NUCLEARE. Il sole è il nostro petrolio...usiamolo”.

giovedì 17 marzo 2011

La trappola radioattiva

di Adriano Celentano (da Corriere.it)

Studenti, leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene non disertate il referendum. Ora sarebbe un suicidio


Caro Direttore,
settantamila case distrutte, un milione di sfollati e cinquemila dispersi in quel florido Giappone che nel giro di 6 minuti è improvvisamente precipitato nel buio più scuro. Ma soprattutto migliaia di radiazioni sulla testa dei giapponesi. Ora io non vorrei neanche parlare del clamoroso fuori-tempo (non solo musicale) esternato da Chicco Testa, ospite della bravissima Lilli Gruber dalla voce affascinante. Non vorrei ma come si fa, poi la gente pensa davvero che lui parli per il bene dei cittadini. «Gli impianti nucleari hanno dimostrato di tenere botta». Ha detto il nostro Chicco ormai appassito per mancanza di clorofilla e quindi non più in grado di catturare quell'ENERGIA SOLARE di cui un tempo si nutriva.

Un'immagine dal video «Sognando Chrenobyl»
Un'immagine dal video «Sognando Chrenobyl»
«Chi trae spunto dalla tragedia del Giappone per dare vita a una polemica politica è uno sciacallo». Ha sentenziato. Dopo neanche un'ora esplode la centrale nucleare di Fukushima. Un tempismo davvero sorprendente quello del Chicco. Ma la cosa più incredibile che più di tutti impressiona, è lo stato di ipnosi in cui versano gli italiani di fronte ai fatti sconcertanti di una politica che non è più neanche politica. Ma piuttosto un qualcosa di maleodorante e che di proposito vorrebbe trastullarci in uno stato confusionale. Dove sempre di meno si potrà distinguere il bene dal male, le cose giuste da quelle ingiuste. Sparisce quindi quel campanello d'allarme che ci mette in guardia quando c'è qualcosa che non quadra nei comportamenti di un individuo. Un qualcosa che detto in una parola si chiama SOSPETTO. E di sospetti sul nostro presidente del Consiglio, tanto per fare un esempio, ce ne sono abbastanza.

E così nel bel mezzo di una tragedia come quella che sta vivendo il Giappone, dove fuoco e acqua stanno distruggendo tante vite umane, senza contare l'aspetto più insidioso dovuto alle radiazioni liberatesi nell'aria, il nostro presidente del Consiglio non demorde. Ha subito fatto annunciare dai suoi «CicchittiPrestigiacomini» e dai piccoli insidiosi Sacconi, che il progetto sul nucleare in Italia andrà avanti. L'orientamento popolare contro le centrali nucleari decretato dal referendum fatto 24 anni fa, fu chiarissimo. Ma per Berlusconi non basta: «Chi se ne frega della SOVRANITÀ POPOLARE!». L'unica sovranità che conta per lui è il Potere di guidare gli uomini in una sola direzione come se fossero degli automi.

Tra i vari tg, talk show e quello che si legge sui giornali, ho seguito con un certo interesse il cammino politico del terzo polo. Si spera sempre di intravedere quel «CHE» di trasparenza mai assaporata che per ora, a quanto pare, possiedono in pochi. Uno di questi è Antonio Di Pietro. Ma il governo cerca di ostacolarlo. Le ottocentomila firme raccolte da Di Pietro contro le centrali atomiche e il legittimo impedimento, saranno oggetto di un referendum che «si farà», ha detto il ministro Maroni allievo di Berlusconi. Ma a giugno. Quando la gente va al mare.
E questo naturalmente vale anche per il milione e quattrocentomila firme raccolte dal Forum italiano Movimenti per l'acqua, di cui nessuno parla tranne il loro sito che gentilmente vi indico - www.acquabenecomune.org - per i due quesiti referendari contro la privatizzazione di questo prezioso bene comune.

Una trappola radioattiva quindi per chi non vuole essere schiacciato dalla bevanda nucleare. Ora il mio potrebbe sembrare un appello, ma non lo è. È una preghiera. Una preghiera che non è rivolta ai politici. «LORO NON SANNO QUELLO CHE FANNO». Per cui mi rivolgo a tutti quelli che invece li votano i politici. Di destra, di sinistra, «STUDENTI», leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene, non disertate il referendum. Questa volta sarebbe un suicidio. Dobbiamo andare a votare anche se il governo spostasse la data del referendum al giorno di Natale. Non sia mai che prendiate sotto gamba questi referendum: saremmo spacciati.

La natura, come vedete, si è incazzata. Gli esperimenti nucleari nel Pacifico, le trivellazioni nei fondali del Golfo del Messico, milioni di ettari di bosco incendiati per favorire la cementificazione abusiva, i tagli alla cultura ridotta ormai in pezzi. Tutte cose, per cui la NATURA «sta perdendo la pazienza». Come vi dicevo ho seguito con un certo interesse il cammino politico del terzo polo. E Casini che fino a prima della tragedia di questi giorni ha sempre parlato in modo equilibrato, subito dopo il terremoto, intanto che le radiazioni cominciavano a liberarsi nell'aria e trecentomila persone venivano evacuate dalle loro case, ci ha tenuto a ribadire, con una certa fierezza, il suo parere favorevole al nucleare, facendo quasi un rimprovero al governo per non aver ancor iniziato i lavori.

Caro Casini, che tu fossi un nuclearista convinto lo sapevamo tutti e io rispetto la tua opinione, anche se è orribile. Ma dirlo proprio in questo momento, non pensi che tu abbia dato una sberla sui denti al tuo elettorato? Tralasciando il piccolo particolare che l'Italia è uno dei Paesi a maggior rischio sismico, come tu sai, le radiazioni sono pericolose non soltanto perché si muore, ma per il modo di come si muore. Una sofferenza di una atrocità inimmaginabile. E poi non si è mai in pochi a morire. Specialmente quando la catastrofe raggiunge dimensioni come quella che sta vivendo la povera gente in Giappone. E non venirmi a dire che le centrali nucleari di terza generazione sono più sicure della seconda, e che ancora più sicure della terza saranno quelle di quarta, disponibili per altro nel lontano 2030. La verità è che tu e Berlusconi siete degli IPOCRITI MARCI. Lo sapete benissimo che per quanto sicure possono essere le centrali atomiche, anche di decima o di undicesima generazione, il vero pericolo sono soprattutto le SCORIE RADIOATTIVE, che nessuno sa come distruggere e che già più di mezzo mondo ne è impestato.

SCORIE collocate in contenitori sui piazzali delle centrali, a cui, tra l'altro, si aggiungono elevatissimi costi economici, sociali e politici richiesti dalla necessità di sorvegliare questo micidiale pericolo per un tempo praticamente INFINITO. Lo sapete benissimo e ciò nonostante continuate a INGANNARE i popoli promettendo loro quel falso benessere che serve solo a gonfiarvi di Potere e ad arricchire le vostre tasche. Mi dispiace ma non c'è niente da imparare dal terzo polo, come non c'è niente da imparare da tutta la classe politica. L'unica buona notizia che galleggia in questo mare di annegati e che mi ha sorprendentemente colpito, è ciò che di veramente buono sta facendo il sindaco Matteo Renzi nella sua Firenze. Finalmente uno che ha intuito cosa c'è nel cuore della gente. E che ha il coraggio di dire no alla cementificazione facile con la quale, secondo i malvagi, si costruirebbe per il bene dei cittadini. Bravo Matteo! Forse tu hai capito tutto e magari ancora non ti rendi conto di quanto sia importante ciò che hai capito.

mercoledì 9 marzo 2011

CANDUCCI: "I PINI SARANNO SOSTITUITI"



da Il Messaggero - San Benedetto del Tronto del 09.03.2011




Pini abbattuti in via D’Annunzio, l’assessore all’Ambiente Paolo Canducci assicura: «Saranno sostituiti da altre piante che non danneggiano l’asfalto». Questa la replica dell’ assessore Canducci alle critiche di Rifondazione e di alcuni cittadini per l’improvviso ed inaspettato taglio di 13 pini. Sono iniziati, infatti, i lavori di riqualificazione del parcheggio di via e come richiesto espressamente dal Comitato di quartiere, si sta procedendo alla sostituzione dei 13 pini, le cui radici superficiali avevano gravemente danneggiato l’area rendendola di fatto poco utilizzabile sia per le auto sia per i pedoni e i diversamente abili, con nove piante di alto fusto ma caratterizzate da un apparato radicale non superficiale. . «In totale però il progetto elaborato dal nostro servizio Aree verdi – spiega l’assessore all’ambiente Paolo Canducci – prevede la messa dimora di 26 essenze arboree. Nove, appunto, andranno nell’area di sosta di via D’Annunzio, le altre saranno collocate secondo le indicazioni del quartiere o in altre zone verdi della città. Va anche ricordato che, a poche decine di metri, al di là della ferrovia – conclude Canducci – il Comune pochi anni fa ha piantumato ben 100 giovani pini in quell’area poi denominata “Pineta dei funai”. In questo modo si dà la possibilità a questo tipo di piante di crescere liberamente in una zona idonea». Insomma, non ci sarà assolutamente «desertificazione», ma si andrà avanti secondo un programma concordato con i residenti.

giovedì 3 marzo 2011

NUCLEARE: la posizione della prof.ssa Margherita Hack non ci piace!!!!

Abbiamo appreso dalla stampa che il Gruppo consiliare di Rifondazione Comunista sostiene l’iniziativa che si terrà a San Benedetto del Tronto venerdì pomeriggio e che vedrà la partecipazione della prof.ssa Hack. La notizia ci sorprende conoscendo la posizione fortemente critica del Partito di sinistra radicale sul ritorno al nucleare e le clamorose dichiarazioni della scienziata che qui di seguito riportiamo:

" Le rinnovabili non saranno sufficienti per i bisogni sempre crescenti dell'industria, quindi bisognera' per forza ricorrere al nucleare". "Ci sono molte paure anche irrazionali", spiega ricordando che "siamo circondati dalle centrali nucleari". "Quindi - prosegue - c'e' molta paura, irragionevole, anche scientifica, per l'energia nucleare, per gli Ogm. Quello per cui invece bisogna essere prudenti e' stabilire bene modalita' e luoghi dove mettere le scorie". (tratto dal Riformista maggio 2010)

Ci auguriamo che venerdì pomeriggio la prof.ssa Hack possa chiarire queste posizioni e, se confermate, invitiamo il Partito di Rifondazione Comunista a prenderne le distanze confermando il NO al Nucleare.

Da parte nostra continueremmo con tutte le nostre forze a spiegare ai cittadini che le rinnovabili creano occupazione nel rispetto dell’ambiente e possono aiutare il nostro Paese a rendersi indipendente dalle fonti fossili per la produzione di energia elettrica.


“SI AL SOLARE NO AL NUCLEARE”



Roberto Capriotti

Andrea Marinucci

Paolo Canducci





Il WWF critico nei confronti della posizione di Margherita Hack sul nucleare

Pubblichiamo la nota del WWF Friuli Venezia Giulia

Abituata a ragionar di stelle e altri corpi celesti, la simpatica prof. Hack non disdegna (v. l’intervista sul Piccolo del 27 agosto) una «soluzione» radicale al problema dello smaltimento delle scorie nucleari: lanciarle nello spazio. Idea non nuova, peraltro, anzi già proposta alcuni decenni fa, ma mai seriamente studiata in nessun Paese del mondo. Per ottusità? Forse solo per un soprassalto di buon senso. L’idea di trasformare lo spazio nella discarica anche delle porcherie nucleari prodotte sulla Terra (resti di satelliti, stadi di razzi e cianfrusaglie varie, sono già disseminate in orbita intorno al nostro pianeta) non pare proprio l’optimum. Si ipotizza di spedirle nello spazio «profondo», ma dove? E soprattutto come? Con astronavi come lo Space Shuttle? Vengono in mente gli incidenti catastrofici che hanno coinvolto due di questi mezzi. Con altri mezzi più avanzati? Prima bisognerebbe inventarli. Il vero problema, ammette la stessa Hack, è però quello dei costi. Già oggi, del resto, il Dipartimento Usa dell’energia stima che il costo dell’elettricità prodotta con il nucleare nel 2020 (data in cui dovrebbe entrare in funzione la prima centrale nucleare italiana secondo i programmi del governo) sarebbe superiore a quello di tutte le altre fonti, eolico compreso. Aggiungendo i costi dell’ipotetico smaltimento «spaziale» delle scorie, si arriverebbe a valori davvero… stellari!Dal «Libro Verde sull’efficienza energetica», redatto e divulgato dalla Commissione Europea, si apprende però che «il costo totale di produzione di un kilowattora di energia elettrica è circa il doppio del costo necessario per risparmiare lo stesso kilowattora». Inoltre, lo stesso Libro Verde attesta che a parità di investimento, quello nell’efficienza energetica crea da tre a quattro volte più posti di lavoro, rispetto a quello nella costruzione di centrali nucleari o convenzionali. Senza produrre, com’è ovvio, né inquinamento dell’aria, né scorie nucleari, né pericoli di incidenti catastrofici, né dipendenza da importazioni di combustibile (anche l’uranio per il nucleare «italiano» dovrebbe essere importato da Paesi come Russia, Niger, Kazakhistan, Uzbekistan…).Va aggiunto che, secondo autorevoli studi (APAT 1999, Politecnico di Milano 2007), il potenziale di risparmio nel settore elettrico in Italia supera il 40 per cento (!) dei consumi attuali.Ecco perché gli ambientalisti – affetti da inguaribile ottimismo sulle capacità razionali degli esseri umani – si ostinano a ripetere che la strada giusta è quella della razionalizzazione dei consumi e dell’efficienza energetica, mentre insistere sulla costruzione di nuove centrali (nucleari o convenzionali) conviene solo a chi l’energia elettrica la vende, ma non ai cittadini-utenti, tanto meno all’ambiente.Deprime perciò trovare anche la firma di Margherita Hack, in calce all’appello che una settantina di intellettuali, politici ed imprenditori hanno rivolto alcuni mesi fa al segretario del Pd, Bersani, affinché schieri il suo partito a favore del rilancio del nucleare in Italia.Tutto ciò premesso, attendo con ansia il prossimo libro della prof. Hack sull’astrofisica.

Dario Predonzan

Responsabile energia e trasporti Wwf Friuli Venezia Giulia