sabato 11 giugno 2011

VERDI DI S. BENEDETTO: APPELLO AL REFERENDUM



SAN BENEDETTO DEL TRONTO


"Guardare attraverso non è come guardare dentro". L'umanoide con la
finestra aperta sul cuore è il simbolo di un'umanità che rischia
l'omologazione, l'anonimato ma che, nonostante tutto, non rinuncia alla
propria irripetibile unicità. E così l'essere umano apre il suo cuore
al mondo, invita il prossimo a guardare nel profondo dell'animo di
ciascuno mentre il ramo con le foglie che tiene in mano è il simbolo
della vita, della speranza che non muore.
E così, con questo sfondo oggi, i Verdi di San Benedetto capitanati da
Paolo Canducci insieme ai Verdi Pino Parmegiani, Fabio Flaiani,
Mariachiara Rossi, Daniele Mariani, Roberto Capriotti, Andrea Marinucci ed
altri, hanno manifestato distribuendo volantini informativi, in pieno
centro durante il consueto mercato, per spiegare ai cittadini
l’importanza di andare a votare e mettere 4 croci sul sì.
“I quesiti oggetto del prossimo Referendum di domenica 12 e lunedì 13
giugno – afferma Andrea Marinucci - attengono a questioni di importanza
primaria non solo per l’oggi ma soprattutto per il domani; con il voto
gli elettori devono essere coscienti che sceglieranno non solo per loro ma
anche per i loro figli ed i loro nipoti. I cittadini – continua - sono
chiamati a decidere, infatti, se il futuro energetico italiano debba
avvenire attraverso l’uso delle centrali nucleari o attraverso forme di
energia pulita; sono chiamati a decidere se l’acqua deve rimanere un
bene pubblico o se invece diventerà patrimonio in mani di privati ed
ancora si deciderà anche sul legittimo impedimento; cioè c’è in
discussione anche il primato della giustizia e l’abbattimento di
privilegi per le massime Autorità istituzionali (Presidente del Consiglio
e Ministri). E’ questo quello che vogliamo?Noi Verdi voteremo sì per
dire no a questi scempi”
“La via di uscita dalla crisi energetica - incalza il responsabile dei
Verdi della provincia, Paolo Canducci - è quella del risparmio,
efficienza energetica e sviluppo delle energie rinnovabili: solare,
eolica, idroelettrica, geotermica e altre minori. Non si tratta di un
ripiego, ma di una strada sicura che dobbiamo aprire e che sarà
progressivamente ampliata dalle prossime generazioni.”
“La sicurezza delle centrali nucleari non è garantita - sottolinea il
segretario cittadino Roberto Capriotti – restano poi non risolti, i
problemi del trasporto dei materiali fissili e quelli della conservazione
nei secoli delle scorie radioattive. In un Paese come il nostro, con un
territorio in gran parte idrogeologicamente dissestato e congestionato di
inquinamenti e per di più fitto di insediamenti urbani e costellato di
tesori storici, artistici e paesistici, è il ciclo nucleare nel suo
insieme che presenta rischi e pericoli inaccettabili e che deve quindi
essere scartato; neppure come soluzione di emergenza l’alternativa
nucleare ha titoli per essere considerata prioritaria”.
“Come VERDI siamo stati attivi – conclude Canducci - nel movimento
contro il nucleare già dal 1987, quando ci fu il referendum che decretò
il NO al nucleare in Italia. Ora siamo di nuovo per le strade per spiegare
le ragioni del sì: il referendum non è una scelta di schieramento
politico ma è un voto utile al nostro futuro. Votare sì, significa
gridare un forte no alla privatizzazione dell’acqua e significa
contrastare le ipotesi di realizzazione di centrali nucleari. Occorre una
grande mobilitazione, l’impegno di tutti, è un appuntamento decisivo in
un momento fondamentale; anche l’umanoide in centro andrà a votare
sì”.

NOTA:
Oltre al fatto che Francia, Germania, Svizzera, ed altri paesi hanno
dichiarato che entro il 2025 chiuderanno tutte le centrali nucleari, anche
gli oncologi italiani, con un appello del 4 Giugno 2011 dal congresso Asco
di Chicago, il più importante incontro mondiale di oncologia, si
schierano compatti, sotto il profilo tecnico e non politico, contro il
nucleare ed invitano a votare si' al referendum del 12 e 13 giugno. "Il
nucleare e' la cosa piu' cancerogena che esista - sottolinea il presidente
dell'Aiom Carmelo Iacono - e non e' controllabile, come ha dimostrato
Fukushima". Per gli oncologi, insomma, non ci sono dubbi: "Troppi rischi
per giustificare i benefici. Anche perche' non rischia solo chi e' vicino
alla centrale nel caso, come abbiamo visto non improbabile, di incidente:
pensiamo al mare, ai pesci, e quindi alla catena alimentare, le
coltivazioni. Gia' la battaglia contro i tumori e' dura, non ci sembra
proprio il caso di aumentare ulteriormente i rischi, e che rischi”.